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mercoledì 22 aprile 2015

8 giovani su 10 rifiutano di lavorare all'Expo!


Orari troppo scomodi, estate alle porte e inquadramento per sei mesi: lavorare all'Expo non vale i 1300 euro di stipendio previsti dal contratto offerto e rifiutato da numerosi giovani in cerca di occupazione. Trovare seicento ragazzi e ragazze da impiegare negli stand dell'Esposizione internazionale di Milano - che verrà inaugurata il prossimo primo maggio - non sarebbe stata una cosa semplice. Come ci si sarebbe invece aspettato in tempi di crisi economica e scarsità di impiego. Reclutamento difficile - Stando a quanto scrive il Corriere della sera, i reclutatori per l'Expo offrivano contratti di apprendistato per 1300 e in alcuni casi fino a 1500 euro al mese con disponibilità di lavoro anche notturna, compresi il sabato e la domenica. Il problema più grande, scrive il giornale milanese, sarebbe sorto nella fascia d'età dai 29 anni in giù dove l'80 per cento dei candidati si è tirato indietro. Il giornale di via Solferino aggiunge che "il 46 per cento dei primi selezionati (645 profili su 27 mila domande arrivate alla società Manpower, cui era stato affidato il compito della raccolta dei curricula e della prima selezione) è sparito al momento alla firma. Sparito anche nel senso letterale del termine: qualcuno non ha neppure mandato una mail per dire 'Grazie, ci ho ripensato'".  A questo primo gruppo di candidati è seguito un secondo e poi un terzo, fino al raggiungimento del numero di lavoratori necessario.

Turni scomodi e oltre 1300 euro per lavorare all'Expo: no da 8 giovani su 10 La maggioranza dei candidati under 29 contattati dalla società Manpower è "sparita" dopo il primo colloquio. Esposizione al via il primo maggio Turni scomodi e oltre 1300 euro per lavorare all'Expo: no da 8 giovani su 10  InviaStampaRedazione Tiscali Orari troppo scomodi, estate alle porte e inquadramento per sei mesi: lavorare all'Expo non vale i 1300 euro di stipendio previsti dal contratto offerto e rifiutato da numerosi giovani in cerca di occupazione. Trovare seicento ragazzi e ragazze da impiegare negli stand dell'Esposizione internazionale di Milano - che verrà inaugurata il prossimo primo maggio - non sarebbe stata una cosa semplice. Come ci si sarebbe invece aspettato in tempi di crisi economica e scarsità di impiego. Reclutamento difficile - Stando a quanto scrive il Corriere della sera, i reclutatori per l'Expo offrivano contratti di apprendistato per 1300 e in alcuni casi fino a 1500 euro al mese con disponibilità di lavoro anche notturna, compresi il sabato e la domenica. Il problema più grande, scrive il giornale milanese, sarebbe sorto nella fascia d'età dai 29 anni in giù dove l'80 per cento dei candidati si è tirato indietro. Il giornale di via Solferino aggiunge che "il 46 per cento dei primi selezionati (645 profili su 27 mila domande arrivate alla società Manpower, cui era stato affidato il compito della raccolta dei curricula e della prima selezione) è sparito al momento alla firma. Sparito anche nel senso letterale del termine: qualcuno non ha neppure mandato una mail per dire 'Grazie, ci ho ripensato'".  A questo primo gruppo di candidati è seguito un secondo e poi un terzo, fino al raggiungimento del numero di lavoratori necessario.
  
Chiusa la rosa dei seicento - Oggi la rosa dei seicento è chiusa, nonostante le difficoltà di reclutamento. L'incarico consiste nel fare il responsabile in ciascuno degli 84 quartieri in cui è diviso lo spazio espositivo. Si tratta di esercitare il ruolo di collettore per le mille esigenze che ci possono essere all'interno dell'area affidata. Referente per i Paesi ospiti, per gli espositori e per i visitatori. Scrive il Corriere che il lavoratore assunto "segnala tutte le problematiche che si possono presentare (la coda fuori da un padiglione, la persona che ha bisogno di assistenza...) alla centrale di controllo che comanda l’intervento conseguente". Insomma, le condizioni di lavoro devono essere apparse poco allettanti, soprattutto all'indomani delle polemiche suscitate dal reclutamento massiccio di volontari che ha fatto nascere un comitato spontaneo contro il "lavoro mascherato" e gratis all'Expo.Sala si stupisce - Il commissario di Expo 2015, Giuseppe Sala, esprime stupore. "ll dato ha stupito anche me - ha detto il commissario -. Ma forse molti di questi giovani hanno avuto nel frattempo altre offerte e comunque mi rendo conto che il lavoro temporaneo non dia le garanzie che invece vengono cercate". Oppure, aggiungiamo noi, le condizioni di lavoro offerte, la disponibilità richiesta e lo stipendio proposto non sono risultati allettanti come sembrerebbe a primo acchito. Soprattutto in un momento nel quale, sappiamo bene, è uso giocare sempre al ribasso.



(fonte Tiscali)

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